Arriva ‘Cybercity Chronicles’, un videogioco ‘didattico’ ambientato nel cyberspazio, creato per “guidare” i ragazzi in una realtà sempre più digitalizzata.
Al lancio dell’app, avvenuto il 16 aprile nell’Istituto Comprensivo Regina Margherita, hanno partecipato anche Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri, Lucilla Sioli, Direttrice per l’intelligenza artificiale e l’industria digitale della Commissione Europea e Marco Saletta, Presidente dell’Associazione editori sviluppatori videogiochi italiani (AESVI).
‘Cybercity Chronicles’: un’app di gioco per salvaguardare la ‘libertà digitale’ dei giovani
Questo è proprio ciò che il Governo italiano, in collaborazione con il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) della Presidenza del Consiglio e con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha voluto realizzare con il lancio del primo videogioco nato proprio con questo scopo: il Cybercity Chronicles. Perché anche la scuola deve adattarsi ai continui cambiamenti dei nostri giorni, sempre più condizionati a tutti i livelli dalla tecnologia.
Attraverso questo progetto, infatti, il nostro Paese ha perfettamente accolto la sfida lanciata dalla Commissione Europea a tutti i Paesi membri di ‘promuovere iniziative di educazione digitale nelle scuole, al fine di stimolare gli alunni ad un atteggiamento più critico rispetto ai contenuti dei social e della rete’.
L’app, rivolta per lo più agli studenti delle scuole superiori di primo grado (le scuole medie), è scaricabile gratuitamente nei principali Store online e giocabile attraverso le piattaforme smartphone e tablet con sistemi operativi adeguati a supportarla.
Un’esperienza di gioco interattiva tra classicità e modernità
La fusione tra ‘educazione e intrattenimento’ ha dato vita a un’app che rappresenta un’esperienza di gioco impostata sulla action adventure in stile ‘cyber-classic’, ovvero un genere di narrazione che rimanda all’antichità e ai miti classici, in particolare a quello di Teseo, Arianna e del Minotauro , le cui storie sono inserite in ‘un’ambientazione cyberpunk’.
Lo scenario che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti è rappresentato dall’immaginaria di Cybercity, un nome provocatorio che intende far presagire quanto la tecnologia in questa cittadina abbia mutato anche lo stile di vita dei cittadini stessi.
I giocatori sono infatti chiamati ad indossare i panni dei protagonisti Tes e Diana, due agenti operativi, appartenenti al Cybercity Security Department (CSD) che con l’aiuto della collaboratrice olografica Ar.I.A.N.N.A (Artificial Intelligence & Augmented Neural Network Assistant) contrastano i piani malvagi dell’antagonista, detrattore della libertà digitale comune, Asterio Taur, criminale divenuto governatore della città stessa.
Attraverso la risoluzione interattiva di enigmi, sfide, mini-game, combattimenti con nemici conarmi cibernetiche i giocatori dovranno riuscire a districarsi tra le minacce e i rischi disseminati fra i vicoli di un’insidiosa città-labirinto.
All’interno del gioco inoltre è presente anche un piccolo glossario in PDF chiamato ‘Cyberbook’, finalizzato a chiarire agli studenti espressioni e termini attinti dal mondo della cybersecurity, usati nel videogioco: ‘L’obiettivo di Cybercity Chronicles è, infatti, quello di creare una relazione tra didattica e nuove tecnologie: ‘far appassionare il giocatore al videogioco, coinvolgendolo nell’avventura e trasmettendogli nozioni ed informazioni utili alla sua crescita culturale e digitale’.
La campagna ‘Be Aware. Be Digital’!
Lo slogan che è alla base di questo lavoro è racchiuso nei due imperativi ‘Be Aware. Be Digital’, (‘Sii consapevole. Sii digitale’) che rappresentano la campagna promossa dalla Sicurezza Nazionaleper richiamare studenti, professori e famiglie all’uso consapevole di Internet, dei social media e delle nuove tecnologie.
L’idea fondamentale di cui il videogioco si fa promotore è quella di sensibilizzare i giovani ad una ‘libertà digitale’ consapevole nell’infinito spazio in cui si muovono nel Web: ‘Vorremmo che fossero ancor più liberi da condizionamenti esterni, liberi di sapere, di proteggere i propri dati, di scegliere il proprio futuro. Ma per essere davvero liberi bisogna saper usare la testa, bisogna saper distinguere le opportunità dai rischi, perché spesso siamo noi stessi il pericolo peggiore per i nostri dati, siamo noi a rendere, involontariamente, vulnerabili le nostre informazioni personali’.